Sole e tumori della cute: risponde il dermatologo

5 min lettura L'esperto risponde A cura di MazzMedia Srl Ultimo aggiornamento:
Sole e tumori della cute: risponde il dermatologo

La cute è uno dei maggiori organi per estensione del nostro corpo. È composta da tre strati: epidermide, il più superficiale, derma, intermedio, e ipoderma o strato sottocutaneo il più profondo.

La cute ha molteplici funzioni, come la protezione dagli agenti esterni, la regolazione della temperatura corporea e la depurazione dalle tossine attraverso il sudore. Anch’essa può essere soggetta allo sviluppo di tumori, che possono essere legati a diversi fattori di rischio, come ad esempio un’intensa e irregolare esposizione alla radiazione solare. Impariamo a conoscerli insieme all’esperto, il dottor. Andrea Maurichi.

I tumori della cute

L’origine dei tumori della pelle, cioè la cancerogenesi cutanea, è un processo che generalmente avviene in modo graduale, partendo da una cellula normale che subisce delle modificazioni che gradualmente aumentano e si amplificano, fino ad arrivare a un tumore conclamato. Questa gradualità talvolta può non essere rispettata, avvenendo il processo che porta a un tumore in tempi più rapidi. 

I tumori della cute più frequentemente riscontrati sono: il basalioma o carcinoma basocellulare, e il carcinoma spinocellulare o squamo cellulare. Il melanoma, pur essendo meno frequente dei primi due, sta aumentando gradualmente la sua comparsa nella popolazione.

Il Basalioma rappresenta la forma più comune di tumore cutaneo, ed è la meno pericolosa perché tende a non dare metastasi, seppure in certi casi può produrre localmente danni piuttosto importanti.

Il carcinoma
spino cellulare è un po’ più attivo dal punto di vista biologico, e si presenta in genere come un’ulcera che non guarisce, più tipicamente nelle aree di confine tra la pelle e le mucose, come ad esempio le labbra, l’orecchio, il naso o le palpebre.

Il melanoma è il più importante fra i tre tumori prima descritti, perché è sicuramente quello che impatta di più sulla nostra salute. Nasce da un particolare tipo di cellule, i melanociti, e può svilupparsi a partire da un neo preesistente oppure dalla pelle integra. Il primo segnale per riconoscere questo tumore può essere un neo che cambia improvvisamente rispetto al suo aspetto consueto.

I fattori di rischio

Per quanto riguarda il melanoma possiamo individuare dei fattori
di
rischio
endogeni, cioè strutturali, strettamente correlati ad un’influenza di tipo genetico e che sono rappresentati da una serie di fattori: un numero di nei molto abbondante – più sono i nostri nei, più è probabile che essi possano andare incontro a modificazioni− la presenza di nei che hanno delle atipie – ossia delle caratteristiche irregolari − un fototipo piuttosto chiaro, oppure la familiarità − cioè la presenza di almeno due casi di melanoma in un nucleo familiare. Quest’ultima è un elemento molto importante che riguarda dal 5 al 10% della popolazione; per questa ragione è importante, per chi ha familiarità, svolgere delle consulenze di tipo genetico per valutare la presenza di eventuali mutazioni geniche.

Ci sono poi fattori
esogeni, collegati soprattutto ai nostri comportamenti, come ad esempio un’intensa e irregolare esposizione alla radiazione solare. I carcinomi basocellulare
e
spinocellulare sono più strettamente legati al danno solare e si verificano spesso in zone più esposte alla luce, per esempio il volto, le mani, le gambe o la schiena, tutte quelle aree che possono essere, anche involontariamente, esposte al sole.

Numeri in aumento

La frequenza di queste neoplasie è in continuo aumento nella popolazione. Il melanoma, ad esempio, fino ad una ventina di anni fa era considerato un tumore raro, mentre negli ultimi 10-15 anni ha visto un accrescimento importante della sua incidenza, tanto che nei giovani uomini e nelle giovani donne è considerato uno dei tumori più presenti.

Per basaliomi e carcinomi squamocellulari, più correlati all’esposizione solare, questo aumento dipende proprio dal rapporto con l’esposizione al sole, molto più frequente in questi ultimi decenni, che ha portato ad una loro comparsa più precoce rispetto a un tempo. Per il melanoma le ragioni sono più legate alla genetica e quindi l’incidenza può essere legata ad una più accurata diagnosi precoce, anche grazie agli strumenti diagnostici oggi disponibili.

L’importanza della prevenzione

Non dobbiamo farci spaventare dai tumori della pelle; in genere la paura nasce quando non conosciamo bene le dimensioni di un problema. Anche il melanoma, che può essere un tumore piuttosto temibile, quando è riconosciuto, identificato e trattato precocemente può essere facilmente curato con delle eccellenti possibilità di guarigione. Ecco perché è importante prestare attenzione alla prevenzione.

La regola dell’ABCDE

Permette di analizzare una lesione cutanea in base a determinati parametri molto semplici:

A sta per asimmetria, quando un neo ha una morfologia irregolare;

B indica i bordi, che possono essere sfumati o ben distinti;

C il colore che, quando è variegato e mostra diverse colorazioni, può essere correlato ad una trasformazione;

D le dimensioni, che quando variano in un tempo breve (poche settimane, qualche mese) possono essere correlate ad una trasformazione;

E l’evoluzione, è il punto più importante. Quando un neo che è sempre rimasto stabile improvvisamente cambia caratteristiche in breve tempo, questo cambiamento non deve essere trascurato o sottostimato.

È importante mantenere sotto controllo i propri nei con un autoesame, da affiancare anche ad un controllo periodico con lo specialista, effettuando una visita dermatologica.

Quando effettuare la visita 

Tutti, almeno una volta nella vita, dovrebbero sottoporsi ad una visita specialistica, in particolare chi è più a rischio, come coloro che hanno avuto un familiare colpito da melanoma, con la pelle chiara, molti nevi o molte lentiggini e anche chi ha fatto abuso di lampade.

La mappatura dei nei

Consiste nel fare una valutazione complessiva di tutti i nostri nei, può essere fatta con l’ausilio di determinati strumenti come il dermatoscopio, un microscopio che permette di valutare degli elementi e delle caratteristiche di un neo che a occhio nudo non sono visibili. La valutazione clinica di uno specialista insieme alla dermatoscopia può permettere di identificare, nell’ambito di una mappatura generale, qualche neo che è più meritevole di un monitoraggio stretto, oppure che presenta caratteri tali da suggerirne l’asportazione. La prima valutazione è consigliabile già da ragazzi, ma in base alla storia familiare si può anche effettuare prima.

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