Ha vissuto in prima linea l’emergenza sanitaria Marco Alloisio, presidente di LILT Milano Monza Brianza e responsabile dell’Unità operativa Chirurgia toracica di Humanitas.
Per lui gli ultimi mesi sono stati intensi e coinvolgenti. Alloisio opera per l’80 per cento pazienti affetti da tumore al polmone, ma in questo momento ai nemici dei polmoni, che erano già numerosi a cominciare dal fumo, si è aggiunto il Coronavirus.
Professore, com’è stata la sua esperienza di medico in tempo di Covid-19?
Un’esperienza toccante sul piano sia professionale sia personale. Ho incontrato persone sofferenti e ho visto colleghi ammalarsi, anche chirurghi toracici come me ricoverati a lungo in terapia intensiva. È stata dura e non è finita. Tutti siamo esposti a questo virus e dobbiamo comportarci in modo responsabile per conviverci senza rischi per noi e per chi ci è vicino. E non abbassare mai la guardia. Purtroppo anche dopo la guarigione il virus lascia strascichi importanti: profonda astenia, difficoltà muscolari ed esiti indelebili sui tessuti polmonari per l’ossigenazione ridotta.
Il suo lavoro si è intensificato durante l’emergenza?
Senz’altro. In Humanitas, a marzo abbiamo affrontato giorni impegnativi con numeri consistenti di pazienti con Covid-19 ricoverati: 250 in reparto e 40 in terapia intensiva. Ma non ci siamo mai fermati. Coi medici e il personale sanitario abbiamo fatto ogni sforzo possibile per operare in sicurezza per quello che le nostre conoscenze ci permettevano. È stata una situazione nuova per tutti e abbiamo imparato a gestirla.
Ha operato anche pazienti positivi al Covid-19?
Sì. Ho operato pazienti che hanno scoperto di avere noduli polmonari maligni effettuando la TAC toracica a seguito del tampone positivo. Si trattava di casi di tumore allo stato iniziale e i pazienti si sono ritenuti doppiamente fortunati per essere guariti. Erano in gran parte fumatori.
Dalla ricerca appena effettuata da SWG per LILT è emerso che i fumatori non si sono sentiti una categoria particolarmente a rischio Covid-19. È vero che non sono esposti?
I mezzi di informazione hanno posto l’accento sull’età avanzata e sulle patologie cardiovascolari e respiratorie come fattori di rischio. Ma non è un’informazione completa.
Chi fuma ha un tessuto polmonare compromesso e, di conseguenza, non di rado soffre di malattie respiratorie. Perciò è una contraddizione non considerarlo più a rischio del resto della popolazione. Gli studi scientifici evidenziano anche che, quando un fumatore contrae il Coronavirus, ha una probabilità tre volte superiore rispetto agli altri pazienti di avere necessità di ventilazione meccanica e di terapia intensiva.
Cosa ci insegna questa emergenza sanitaria?
Ci insegna che i polmoni sono da tenere cari e in buona salute. E ci offre un motivo in più per smettere di fumare, considerato che le sigarette espongono anche al tumore del polmone e a malattie cardiovascolari e respiratorie.
Ora che siamo entrati nella Fase 2, il mio invito è quello di riscoprire il piacere di respirare a pieni polmoni dicendo addio alla sigaretta. Approfittiamo della Giornata mondiale senza tabacco per sperimentare i benefici di una vita senza fumo. LILT aiuta con percorsi di disassuefazione condotti da psicologi che accompagnano passo dopo passo anche a distanza.
Diamo una possibilità ai nostri polmoni. Se sono sani c’è solo da guadagnarci.
I percorsi di disassuefazione di LILT
Se sei interessato ai percorsi di disassuefazione al fumo di LILT, scrivici a prevenzione@legatumori.mi.it
Ti ricontatteremo per una consulenza a distanza a cura di uno psicologo.
Maggio 2020