Sono arrivata all’hospice del Pio Albergo Trivulzio nel 2008, quindi 13 anni fa. È un’attività molto bella perché riesco a portare un sorriso anche a coloro che sono vicini al fine vita. Data la delicatezza del compito, ogni mese abbiamo un confronto con gli psicologi. È inevitabile che si crei un legame con gli assistiti e con le loro famiglie. Ho tanti amici tra i familiari degli assistiti perché nel tempo sono diventata loro confidente, anche se resta l’amarezza quando i pazienti vengono a mancare. Mi commuove vedere i familiari che, nonostante tutto, mi ringraziano sempre e comunque. Lasciamo un’impronta nella vita delle persone e credo che questo sia la cosa più bella.
Redazione LILT