Attività fisica dopo una diagnosi di tumore: come e perché

2 min lettura Tumori A cura di Redazione LILT Ultimo aggiornamento:
Attività fisica dopo una diagnosi di tumore: come e perché

Il 22 giugno LILT celebra il Cancer Survivor Day con una seduta di yoga rigenerante. E proprio l’attività fisica è una delle migliori terapie per superare la malattia. Purché scegliendo insieme al proprio medico quale attività, quando e come.

Il Cancer Survivor Day è un giorno importante che celebra i survivor, cioè chi è sopravvissuto al cancro,
ma che rappresenta anche un incentivo a non abbassare la guardia per chi ha appena ricevuto una diagnosi e per la famiglia.

Da due anni si tiene anche in Italia, grazie alla LILT, che invia un potente inno alla vita attraverso una mega-seduta di yoga organizzata in contemporanea in diverse città italiane. Il messaggio è chiaro: a differenza di un luogo comune, ancora diffuso, chi ha avuto un cancro non deve stare in una “bolla”, ma vivere la sua vita, ritrovare nuovi equilibri, allacciare amicizie e in generale avere relazioni sociali. Condizioni, queste, che vengono agevolate dall’attività fisica, una tra le migliori terapie.

Le avvertenze per svolgere attività fisica dopo un tumore

  • L’attività fisica regolare determina una riduzione dello stato infiammatorio sistemico, cioè a carico
    di tutto l’organismo. Le ricerche che sono state condotte a tal proposito, hanno dimostrato che
    l’infiammazione è alla base dei processi di sviluppo di un tumore, ma anche di quelli che possono
    interferire con le capacità di guarigione, oppure che sono coinvolti nelle recidive.
  • Il programma di attività fisica va modulato in base alle fasi della malattia e alle capacità del paziente. Nel corso della chemioterapia ad esempio, in caso di fatigue può essere sufficiente anche una semplice passeggiata quotidiana. Mentre nelle donne che subiscono lo svuotamento ascellare oggi è diffuso il Dragon Boat, che unisce in un unico sport diverse qualità: migliora la capacità respiratoria e cardiaca, tonifica, aiuta la mobilità del braccio che ha subito l’intervento.
  • L’esercizio fisico va inteso alla stregua di un farmaco. E come tale, è necessaria la prescrizione da parte dell’oncologo di riferimento. Vietato anche esagerare: il troppo “stroppia”, esattamente come
    assumere di testa propria dosi eccessive di medicinali. E si perdono i benefici dell’esercizio fisico che
    se eseguito nelle modalità corrette, agisce a diversi livelli, con benefici per il corpo e per la mente.
  • Mattina, pomeriggio, oppure sera? In palestra, in piscina o all’aperto? Sono dubbi importanti, da
    condividere con il proprio medico di riferimento
    , con valutazioni da effettuare non solo in base al
    proprio stato di salute, ma anche alle proprie abitudini di vita. Ma sempre tenendo ben presente
    che, aldilà delle preferenze, l’attività fisica va eseguita con regolarità e costanza per goderne i
    benefici.
Redazione LILT