Mario Rampa, responsabile dei progetti di prevenzione di LILT spiega quanto è importante prevenire prima e dopo un’esperienza di tumore e come farlo in base alla propria storia personale e familiare
La prevenzione secondaria salva la vita. Lo dicono gli studi, lo conferma l’esperienza clinica quotidiana, lo dichiarano i pazienti stessi. Rappresenta, infatti, la modalità principe per cogliere un tumore in fase precoce e intervenire tempestivamente, con percentuali di successo sempre più elevate.
«Le ultime ricerche stanno delineando modalità diverse anche nell’ambito della prevenzione secondaria, come già avviene per quanto riguarda le terapie», interviene Mario Rampa, chirurgo senologo IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e Responsabile Progetti di prevenzione LILT. «In sostanza, si sta andando oltre la standardizzazione dei controlli, a favore di percorsi personalizzati. Si tratta di un approccio innovativo, che in LILT stiamo già adottando».
Un approccio, quello della prevenzione secondaria personalizzata, che coinvolge la persona, la rende protagonista delle decisioni che riguardano la propria salute. Si instaura infatti tra il medico e la persona un rapporto di fiducia, con una condivisione di informazioni relative alla familiarità, al proprio stato di salute, allo stile di vita, al fine di impostare un programma preventivo ad hoc.
«Il nuovo percorso Senorisk è stato impostato e creato proprio con questa filosofia e sta funzionando molto bene», aggiunge il dottor Rampa. «L’adesione che stiamo ottenendo è un segnale importante che ci indica il bisogno di cultura della prevenzione, Le persone che prenotano il percorso infatti vogliono una stratificazione del rischio oncologico, chiedono risposte chiare, uno schema adeguato e personalizzato con l’obiettivo di una diagnosi precoce in caso di malattia». Al momento si stanno accostando al percorso solo donne, ma ricordiamoci sempre che il tumore alla mammella è anche maschile, anche se in proporzioni molto diverse: 800 uomini contro oltre 56.000 donne all’anno.
Maggiori richieste di informazioni, domande che richiedono risposte. E anche una maggiore consapevolezza sul fatto che i controlli per la salute del seno, quando restituiscono un risultato dubbio, non rappresentano certezze ma ipotesi diagnostiche. «Per questo da poco c’è la possibilità di eseguire l’agobiopsia della mammella sotto guida ecografica presso i nostri ambulatori», dice il dottor Rampa. «Al momento è disponibile solo presso la sede di Sesto San Giovanni, e prossimamente anche negli altri Spazi LILT. È un esame di secondo livello che permette diagnosi rapide e di grande qualità, grazie al valore aggiunto dell’analisi istologica che viene eseguita presso il reparto di Anatomia patologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, tra le migliori in Italia per il livello delle attrezzature e della preparazione del personale medico».
Il concetto di prevenzione secondaria è dunque il primo passo verso una presa di coscienza sull’utilità di una gestione consapevole della propria salute. Ma c’è dell’altro. Sta cambiando anche l’approccio nei confronti del “dopo”. Vale a dire, quando interviene la prevenzione terziaria. LILT sta incrementando i servizi per migliorare la qualità della vita delle persone che hanno avuto un’esperienza di tumore, un numero in continua crescita. Servizi, controlli e terapie che hanno come obiettivo quello di cogliere tempestivamente complicazioni tardive ed eventuali recidive, ma anche di gestire le disabilità fisiche oppure psicologiche che possono insorgere. «Abbiamo avviato a Casa LILT a Monza un servizio di presa in carico del paziente oncologico a 360 gradi», conclude il dottor Rampa. «Viene effettuata una valutazione dal punto di vista fisico, psicologico, ma anche nutrizionale in modo da avviare i percorsi più adeguati alla persona, con l’obiettivo di una migliore qualità di vita. Casa LILT a Monza e Spazio Parentesi a Milano sono solo l’inizio di un impegno crescente di LILT nell’ambito della prevenzione terziaria che prevede investimenti importanti nei prossimi anni”.