L’importanza di informare e vaccinare per ridurre drasticamente il rischio di tumori associati all’HPV. Sono i due obiettivi del 4 marzo, la ricorrenza contro il Papilloma Virus, responsabile di 5,5 milioni di casi all’anno nel mondo.
Che cosa succede il 4 marzo? No, non c’entra la canzone di Lucio Dalla. È la Giornata Internazionale contro l’HPV, sigla di Human Papilloma Virus. Molte le iniziative che vengono sviluppate lungo l’arco della giornata, e non solo, per ricordare l’impatto devastante che può avere sulla salute questo virus .
È noto che tra i virus, ce ne sono circa una ventina pericolosi perché, se permangono, nell’arco di 7-15 anni possono causare un tumore a livello della cervice uterina, della vulva e della vagina nella donna, del pene nell’uomo, dell’ano e del cavo orale in entrambi i sessi. Da qui, l’importanza della vaccinazione anti-HPV, che permette di prevenire circa nove tumori su dieci. E che proprio nel corso di questa giornata, viene promossa nei centri ospedalieri, aperti nonostante sia domenica.
La copertura vaccinale
È l’infezione sessualmente trasmessa più diffusa al mondo. Dati alla mano, sono oltre cinque milioni i casi ogni anno e si stima che il 5,5% di tutte le forme di cancro siano legate all’HPV virus. Numeri troppo alti per un tumore che si può prevenire in pressoché la totalità dei casi grazie alla vaccinazione.
Ma la copertura non è ottimale, come dimostrano i dati del Ministero della Salute per le coorti di nascita 1997-2009. A fine 2021 il dato medio di ragazze che hanno ricevuto 3 dosi di farmaco anti-HPV, completando così il ciclo vaccinale, è pari a oltre il 64% per gli anni di nascita considerati. Una situazione positiva ma ancora lontana dall’essere ottimale. Cambia, invece, drasticamente la realtà quando si tratta di ragazzi, ancora scarsamente informati: la percentuale di vaccinati con 3 dosi è pari al 27% tra i nati nel 2009.
Vaccino: quando e come
Facciamo allora un breve ripasso. La massima copertura si ha quando l’anti-HPV viene effettuata alle e ai dodicenni e comunque prima di ogni tipo di rapporto sessuale, preliminari compresi perché sono vicine allo zero le probabilità di “incontro” con uno degli oltre cento tipi del Papilloma, compresi quelli a rischio oncologico. La vaccinazione prevede due dosi fino ai 15 anni di età a distanza di 6 mesi l’una dall’altra, mentre tre dosi dopo i 15 anni: una subito, l’altra dopo 2 mesi e l’ultima dopo 6 mesi dalla prima, per iniezione intramuscolo. Gli studi garantiscono un’ottima copertura fino a oltre 10 anni e sono in corso ulteriori ricerche per capire se nel tempo rimane l’immunità. Il vaccino è a carico del Servizio sanitario nazionale per gli adolescenti nel corso del dodicesimo anno di età. È sempre meglio però dare un occhio alla sezione salute del sito della propria Regione, perché le fasce si stanno ampliando. E’ possibile sottoporsi alla vaccinazione fino ai 40 anni nel caso della donna sana, se lo desidera (in questo caso il costo è a carico di chi acquista).
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.