La gentilezza e la pacatezza sono suoi tratti distintivi. Caratteristiche che diventano ancora più preziose per chi trascorre parte delle sue giornate a contatto con i pazienti in hospice. Il tempo in strutture che assistono persone gravemente malate e non guaribili è breve, ma si amplia proprio perché si dà valore a ogni attimo.
San Martino: il mantello che cura
L’11 novembre, festa di San Martino, si celebra la Giornata nazionale delle Cure Palliative. Proprio come il Santo diede il suo mantello (il pallium) a un mendicante seminudo per proteggerlo, così ogni giorno operatori sanitari e volontari, nell’ambito delle cure palliative, sono impegnati a “proteggere” tutti i malati inguaribili.
Roberto volontario al Pio Albergo Trivulzio
Roberto Mariconti è volontario LILT da 28 anni. Un impegno forte che lo ha portato all’hospice del Pio Albergo Trivulzio. Quando Roberto parla del suo stare accanto a persone che sono a fine vita, la sua delicatezza, se possibile, si amplifica ulteriormente. Perché anche in quel contesto, trasmettere il più possibile serenità, ai malati e alle loro famiglie, è praticabile, oltre che fondamentale. Chi svolge il servizio in hospice si relaziona con il paziente ma anche con i parenti e cerca di dare il suo sostegno nella quotidianità, nelle piccole cose che scandiscono le giornate in quel contesto, come il dialogo, una semplice stretta di mano o un sorriso.
La sua scelta per il futuro: un lascito a LILT
In 28 anni Roberto sottolinea che non ha mai pensato di cambiare ambito di volontariato e neppure di interromperlo. “In questo la serietà di LILT in tutto quello che fa ha giocato un ruolo importante. Ho toccato con mano la correttezza e la trasparenza“. A un certo punto della sua vita, Roberto ha scelto di andare oltre e di fare un lascito solidale a LILT. Ha fatto una scelta di futuro. “La mia scelta di sostegno è solo una goccia nell’oceano. Spero però sia un esempio per guardare al futuro”.