Un giorno d’estate le arriva una telefonata con il risultato della mammografia e la sua vita cambia. La diagnosi di tumore le viene comunicata così, quando ha appena iniziato un nuovo lavoro impegnativo, ha un figlio di 7 anni e sta per bere un caffè con la sua mamma.
Luisa Bruzzolo, Direttrice Generale di LILT Milano Monza Brianza racconta la sua storia nel secondo podcast della serie “Tre Desideri”, il progetto culturale di LILT con Chora Media che in 12 puntate racconta i desideri di chi ha avuto un tumore, ha attraversato un percorso di cura oncologica e vissuto la remissione della malattia.
La telefonata che cambia tutto
Pratica, determinata e grintosa com’è, Bruzzolo anche in quella circostanza se ne esce con una frase che non lascia scelta al medico che le comunica la diagnosi e le cure. “Ma è proprio necessario?”. Il dottore fu chiarissimo: prima si interviene e meglio è. Mastectomia: una parola che Luisa cerca di ripetersi allo specchio, quasi ad imprimerla forzatamente in quella che da quel momento in poi sarà necessariamente una parte, fondamentale, della sua vita.
L’intervento arriva il 14 d’agosto. Luisa fa di tutto perché la sua vita continui a scorrere secondo i binari consueti. Eppoi, meglio sfidarlo questo ospite inatteso, meglio persino fare finta che non ci sia. Gli altri devono poter continuare a guardarla come una donna che non si ferma mai, che costruisce sempre, per il bene comune. Luisa combatte da sola la malattia, con la paura di non farcela e la determinazione di guarire. In quel periodo scrive la lista delle cose da fare prima di morire.
La lista dei desideri di Luisa
Sono quei desideri, che sgorgano uno dopo l’altro, persino impetuosi, ad aiutarla. Bruzzolo li racconta nel Podcast, tra lucciole, lettere, amori, passioni di sempre e passioni ritrovate che si aggrovigliano e poi lentamente si dipanano.
I primi tre episodi del podcast “Tre Desideri” sono dedicati alla lotta contro il tumore al seno nell’ambito di Nastro Rosa, e sono stati realizzati con il supporto di Screening Routine, una campagna di Roche, Fondazione Roche e Fujifilm.