La solarità dei suoi occhi è il particolare saluto che ogni volta porta a coloro che assiste nella sua attività di volontaria LILT all’hospice Beati Coniugi Martin di Milano. Myriam ha 58 anni ed è con noi da pochi mesi, dopo aver partecipato al corso di Formazione volontari 2023. Ha scelto di dedicare tempo a chi di tempo ne ha poco, con un impegno in cure palliative. Nelle sue prime settimane di servizio è seguita da una tutor. Per entrare in certi contesti la preparazione è fondamentale, anche se Myriam ha già capito di essere dove desiderava davvero.
Il volontariato in hospice
Da qualche anno lei ha rivoluzionato la sua vita. In ambito lavorativo, la scelta è stata forzata dalla chiusura dell’azienda dove lavorava da 20 anni. Per il resto, è abituata a sperimentarsi continuamente, con nuove passioni e amori antichi, come quello per la motocicletta, che trova sempre il modo di rinnovare. “Alla mia età, con i figli ormai grandi, senti il bisogno di fare ciò che vuoi e desideri: per questo ho scelto di mettermi a disposizione di LILT”. Il lavoro odierno le permette di avere sempre il pomeriggio libero. Alle spalle ha un’esperienza in altre realtà associative che si occupano di malati. Qui, però, è un’altra cosa.
Vivere il “qui ed ora”
Quando parla della sua attività di volontaria accanto a persone che sono a fine vita, Myriam dice di aver realizzato il suo sogno. Può sembrare stonato parlare di sogni in un simile contesto, ma nel suo sguardo e nel suo modo di porsi agli altri non c’è nulla di più delicato che usare questo termine.
Con qualcuno degli ospiti Myriam gioca a carte, ad altri mette la crema sulle braccia. Qualche volta le richieste sono più personali. “Una signora mi ha chiesto di farle ascoltare sul cellulare la colonna sonora di Ghost, perché le ricordava momenti felici con il marito ed io l’ho ascoltata con lei”. Myriam ama parlare, ma sa che a volte in quel contesto anche il silenzio può fare compagnia. Come quando accompagna gli affetti più cari dei malati: talvolta sono i famigliari di chi se ne sta andando via ad avere bisogno di aiuto, di ascolto o magari solo di un sorso d’acqua.
“Quando apro la porta dell’hospice, tutto il resto non conta più. Un percorso ti obbliga a porti delle domande: vivi accanto alle persone nell’ultima parte della loro vita e scopri che sono loro donare tanto a te. Capisci che tutto non gira intorno a te e dai importanza a ciò che ne ha davvero. Io sto crescendo in questa esperienza”.
Myriam sa che per essere una brava volontaria deve sempre guardare all’attimo presente, a quelle ore trascorse in hospice. Finito il suo turno, lascia quello che ha vissuto dietro la porta, prima di uscire dai “Beati Coniugi”, per riprenderlo quando ci ritorna e non portarne nella sua vita il peso. Solo così è davvero utile a chi incrocia in hospice, anche per una volta sola.
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