Non si tratta di una vaccinazione classica, ma di un vaccino terapeutico. Si somministra quando c’è già la malattia. Sono oltre 400 le sperimentazioni in corso in tutto il mondo. I tipi di vaccini utilizzati in ambito di ricerca sono molti. Si sta facendo strada infatti l’ipotesi che non ci sarà un unico vaccino, ma tanti. Per averne la certezza però ci vorrà ancora del tempo.
Entro il 2030 potrebbe essere disponibile una serie di vaccini a mRNA contro diversi tipi di cancro. L’annuncio è stato di qualche giorno fa da parte del direttore sanitario dell’azienda farmaceutica Moderna e ha riacceso le speranze. Già, perché tutti vorrebbero avere la possibilità di proteggersi dal tumore grazie a una semplice vaccinazione. Ma è proprio così? Non proprio. Ecco i concetti fondamentali per conoscere meglio questa che rappresenterà una tappa importante dell’immenso sentiero oggi ancora in salita, che stanno percorrendo i ricercatori contro il cancro.
Vaccino quando c’è già la malattia
Non è una vaccinazione classica. Si chiama infatti vaccino terapeutico perché si somministra quando c’è già la malattia. Non previene dunque nel senso tradizionale, ma cura e quindi, previene le fasi più gravi della malattia oncologica, cioè ricadute e metastasi. I vaccini terapeutici mirano all’antigene espresso dal tumore. E per farlo nel modo giusto, cercano le cellule del sistema immunitario e le conducono dall’antigene, con l’obiettivo di introdursi nelle cellule malate e sterminarle. È un’azione che il vaccino terapeutico conduce lentamente, affinchè sia possibile arrivare al bersaglio efficacemente, ma senza sconvolgere l’organismo.
400 sperimentazioni nel mondo
Sono oltre 400 le sperimentazioni in corso in tutto il mondo. I tipi di vaccini utilizzati in ambito di ricerca sono molti: a base di acidi nucleici (DNA o RNA), che prevedono l’impiego di proteine o parti di esse (vaccini proteici o peptidici), oppure di composti a base di cellule di vario tipo (vaccini cell-based). Attraverso gli studi, i ricercatori stanno appurando vantaggi e svantaggi dei diversi vaccini e per quali forme tumorali sono maggiormente indicati. Si sta facendo strada infatti l’ipotesi che non ci sarà un unico vaccino, ma tanti. Per averne la certezza però ci vorrà ancora del tempo.
Le ricerche in corso
Le ricerche non riguardano solo l’uso di vaccini, ma anche di altre strategie tra quelle già disponibili, con l’obiettivo di trovare una terapia anche per le forme più resistenti. Per questo, ad esempio, ci sono studi che prevedono l’utilizzo in associazione del vaccino anticancro con l’immunoterapico, oppure la chemioterapia, o ancora, terapie a bersaglio molecolare.
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.