Cibo sano, niente fumo, regolare attività fisica, senza dimenticare i controlli periodici per non perdere tempo prezioso. Tutto questo può fare la differenza ed evitare un terzo dei tumori. E si può continuare a fare prevenzione anche dopo la malattia.
Monitorare il proprio stato di salute attraverso controlli mirati. Seguire uno stile di vita sano. Due concetti diversi, con un unico comune denominatore: la prevenzione. Un concetto che genera molte volte ansie per la paura di ciò che potrebbe far affiorare nel caso sia previsto un esame medico. E che spesso viene sottovalutato quando invece si tratta di correzione dei fattori di rischio al fine di stare meglio. Ma quanti tipi di prevenzione esistono? E a chi rivolgersi per orientarsi al meglio?
Insieme a Giovanni Apolone, Direttore Scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, abbiamo stilato i quattro punti fondamentali per mettere in atto una prevenzione consapevole.
Mangiare bene, non fumare, fare movimento
Mangiare in modo equilibrato, non fumare, praticare una regolare attività fisica. Eccole, le pietre miliari della prevenzione primaria. Insieme, costituiscono una potenza. Già, perché sono in grado di evitare all’incirca 1/3 dei casi di tumore. Ma non solo. Malattie cardiovascolari e cancro condividono i principali fattori di rischio: correggendoli, si riducono le probabilità di ammalarsi di entrambe. E non è mai troppo tardi per iniziare a correggere i fattori di rischio. A qualsiasi età, infatti, possono dare dei benefici e far guadagnare anni di vita in termini di salute.
Controlli periodici da non saltare mai
Anni di studi clinici, di incroci di dati, di algoritmi, hanno portato a definire quali sono i controlli indispensabili ai quali sottoporsi, in assenza di sintomi, e che hanno come obiettivo la diagnosi precoce. Non è poco. I lavori scientifici dimostrano che è l’unico mezzo a disposizione per cogliere una forma tumorale quando è ancora nella fase iniziale, con maggiori probabilità di guarigione. Un esempio? Il tumore al seno, che garantisce percentuali di guarigione vicine al 90% quando il nodulo è molto piccolo e circoscritto.
Prevenire anche dopo la malattia
È un mix delle prime due, con correzione dei fattori negativi, impostazione di uno stile di vita più sano e controlli. L’obiettivo? Tenere lontano il rischio di ricadute e di metastasi. L’impegno qui è tanto e richiede un vero e proprio team. C’è infatti l’oncologo medico che conosce il paziente, il suo stile di vita, la sua storia clinica, e insieme a lui, una serie di esperti in grado di suggerire il programma alimentare, gli esercizi fisici e perché no, se necessario, il supporto psicologico ad hoc. A Casa LILT a Monza, sono attivi servizi di assistenza e supporto a disposizione dei malati e delle loro famiglie. A Spazio Parentesi, a Milano, con un team multidisciplinare di professionisti, mettiamo a disposizione attività di supporto per le persone che hanno vissuto un’esperienza di malattia tumorale.
Mai trascurare i sintomi
In caso di un sintomo sospetto, come una macchia, un nodulo, la tosse che non passa, il mal di stomaco che non dà tregua, inutile imbottirsi di farmaci: meglio rivolgersi al proprio medico di famiglia per esami mirati. Sì anche a condividere con lui i dubbi relativi a malattie di cui si soffre, se espongono a un maggior rischio di tumore e se è necessario sottoporsi a controlli mirati, senza il timore di fare domande superflue.
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.