Lo scorso anno la campagna di comunicazione “Io non sono il mio tumore” realizzata dalla Fondazione AIOM e la raccolta delle firme, oltre 100 mila. Per il 2023, la speranza che questo spinga ad attuare anche in Italia una legge ad hoc, come già accade in altri Stati. L’oggetto è il Diritto all’Oblio, che permette alla persona libera dalla malattia oncologica di avere accesso ad alcuni servizi, come accendere mutui, attivare un’assicurazione, senza lo stigma che ancora porta con sé il tumore. Anche perché, i tempi sono cambiati.
Oggi, nella stragrande maggioranza dei casi, una persona libera da malattia oltre i 10 anni dal termine del trattamento può, in assenza di ricadute e recidive, essere considerata guarita. Fanno eccezione a questa regola alcuni tumori in cui il tempo di guarigione è più lungo e le neoplasie insorte nell’età infantile e adolescenziale, in cui possono bastare 5 anni. A dimostrare i cambiamenti epocali avvenuti grazie alla diagnosi sempre più precoce e alle strategie terapeutiche a disposizione per cure sempre più mirate, sono i dati estrapolati dall’ultima edizione de I numeri del cancro.
I dati sulle diagnosi di tumore
A fronte dei 2 milioni e mezzo di cittadini che vivevano in Italia nel 2006 con una pregressa diagnosi di tumore, si è passati a circa 3,6 milioni nel 2020, il 37% in più di quanto osservato solo 10 anni prima. L’aumento è stato particolarmente marcato per coloro che vivono da oltre 10 o 15 anni dalla diagnosi. Nel 2020, circa 2,4 milioni di persone (65% del totale) hanno ricevuto la diagnosi da più di 5 anni, mentre 1,4 milioni (39% del totale) da oltre un decennio. Sono oltre un quarto (27%) le persone guarite tra quelle che vivono dopo una diagnosi di tumore.
Una legge che si è arenata
L’Unione Europea ha invitato tutti gli Stati membri a garantire entro il 2025 il Diritto all’Oblio oncologico ai propri cittadini e alcuni Stati sono già in linea, come Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e Portogallo. Anche l’Italia in realtà si è mossa ed esiste un disegno di legge: è il DDL 2548 che è stato presentato a febbraio 2022 in Senato e che era in corso di esame a fine giugno scorso presso la Commissione Giustizia del Senato. La proposta non è poi diventata legge a causa della crisi che ha portato alla caduta del Governo e alle successive elezioni. Il DDL 2548 (qui il testo) darebbe la possibilità a chi è guarito da un tumore di non fornire informazioni sulla malattia oncologica pregressa, in quelle situazioni che invece a tutt’oggi lo richiedono.
È il caso ad esempio della presentazione di domande per l’accensione di mutui per l’acquisto della casa, oppure di finanziamenti, o ancora, per la stipulazione di una polizza assicurativa e che non sempre si concludono positivamente allo stato attuale, qualora nel passato del richiedente sia presente una malattia oncologica. Non solo. Il Diritto all’Oblio sarebbe un aiuto inestimabile per chi desidera un figlio e decide di procedere con le pratiche di adizione.
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.