Un incremento dei casi ma anche della percentuale delle sopravvivenze a cinque anni dalla diagnosi, la ripresa dei programmi di screening e delle diagnosi, oltre che degli interventi chirurgici per forme tumorali in fase iniziali. E per contro, un peggioramento degli stili di vita che potrebbero nel domani peggiorare i dati relativi all’incidenza di nuovi casi, se non si corre ai ripari.
Questo e molto altro ancora è nella dodicesima edizione del volume “I numeri del cancro in Italia 2022”, (https://www.aiom.it/wp-content/uploads/2022/12/2022_AIOM_NDC-web.pdf) reso possibile grazie al lavoro di AIOM, Associazione Italiana di Oncologia Medica, AIRTUM, Associazione Italiana Registri Tumori, Fondazione AIOM, ONS, Osservatorio Nazionale Screening, PASSI, Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia, PASSI d’Argento e SIAPeC-IAP, Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica.
I numeri
La pandemia ha determinato, nel 2020, un calo delle nuove diagnosi, legato in parte all’interruzione degli screening oncologici e al rallentamento delle attività diagnostiche, ma oggi si assiste alla ripresa come in altri Paesi europei. Nel 2022, in Italia, sono stimate 390.700 nuove diagnosi di cancro (nel 2020 erano 376.600), 205.000 negli uomini e 185.700 nelle donne. In due anni, l’incremento è stato di 14.100 casi. Il tumore più frequentemente diagnosticato, nel 2022, è quello del seno (55.700 casi, +0,5% rispetto al 2020), seguito dal colon-retto (48.100, +1,5% negli uomini e +1,6% nelle donne), polmone (43.900, +1,6% negli uomini e +3,6% nelle donne), prostata (40.500, +1,5%) e vescica (29.200, +1,7% negli uomini e +1,0% nelle donne).
Gli screening, ripartiti
È positiva la ripresa dei programmi di screening, tornati nel 2021 ai livelli prepandemici. Per la mammografia il valore medio italiano, che nel 2020 si era attestato al 30%, nel 2021 ritorna in linea (46,3%) con i valori di copertura (cioè la proporzione di donne che hanno effettuato la mammografia sul totale della popolazione avente diritto) del periodo 2018-2019. Per lo screening colorettale (ricerca del sangue occulto nelle feci) il valore complessivo si attestava intorno al 30%, per ridursi al 17% nel 2020 e risalire al 30% nel 2021. Lo screening cervicale infine presentava valori pre-pandemici intorno al 38-39%, un calo al 23% nel 2020 e un livello di copertura del 35% nel 2021. Alla riattivazione dei programmi di prevenzione secondaria corrisponde un incremento del numero di interventi chirurgici per cancro del colon-retto e del seno, anche in stadio iniziale.
Gli stili di vita: la nota dolente
I numeri rischiano di peggiorare nel futuro, se non si pone un argine agli stili di vita scorretti: il 33% degli adulti è in sovrappeso e il 10% obeso, il 24% fuma e i sedentari sono aumentati dal 23% nel 2008 al 31% nel 2021. E non sono da meno i dati relativi al consumo di bevande alcoliche. La media nazionale è del 16% di forti bevitori, con criticità se si vanno ad analizzare particolari fasce di popolazione. Per citarne solo alcune, ha un consumo di alcol pericoloso per la salute il 30% dei giovani e l’11% delle donne in gravidanza. E il 31% degli over 65 continua a bere bevande alcoliche in quantità elevata nonostante la presenza di patologie croniche a carico del fegato.
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.