Telemedicina: una bella sorpresa. In Italia da anni sono in corso esperimenti a macchia di leopardo lungo il territorio, per l’utilizzo di tele e video consulti, con l’obiettivo di alleggerire le sale di attesa, ma con scarso successo. Questo fino al 2020. Durante la pandemia infatti, si è trasformata in una risorsa preziosa per monitorare i pazienti Covid, per seguire i malati e persino, perché no, per chiedere un secondo parere. Attenzione però a non interpretare la telemedicina come il superamento della visita medica: il controllo “reale” con la palpazione e l’auscultazione è cruciale al fine di una diagnosi o per modificare una terapia. Non scordiamoci infatti che il malato non è un medico e che non sempre riesce a interpretare i segnali del corpo senza esserne influenzato.
Progettazione e organizzazione per una buona telemedicina
Ben vengano, comunque, le visite da remoto, a tutto vantaggio anche di una riduzione dei costi, cioè niente permessi sul lavoro, nessuno spostamento, oltre che di risparmio di fatiche, con benefici per la propria salute. Certo, il percorso è ancora lungo. Bisogna riprogettare e ripensare i processi di lavoro per utilizzare bene le tecnologie digitali a vantaggio di tutti, cioè sia dei pazienti, sia dei professionisti. Occorre quindi che ci siano delle norme e delle regole adeguate, che siano regionali e nazionali, che ci sia uniformità e coerenza nell’organizzazione dei servizi di telemedicina e nella gestione dei dati digitali. Occorre inoltre che ci siano sistemi di tariffazione e modalità di validazione dei dati scientifici di controllo.
Raccomandazioni per (futuri) pazienti digitali
Nel frattempo però il mix di consulti reali e virtuali oggi viene utilizzato da molti ospedali e rimarrà tra le opzioni offerte al paziente. Ma attenzione, prima di eseguire una visita da remoto ci sono delle raccomandazioni da seguire:
- verificare che il Wi-Fi sia attivo e stabile, in modo da non avere problemi di cadute di connessione;
- tenere il cellulare a portata di mano, in modo da proseguire per telefono in caso di problemi a livello informatico;
- inviare per mail nei giorni precedenti esami e analisi, per dare il tempo allo specialista di visionarli;
- domandare a una persona fidata di stare accanto durante la visita virtuale: si ascolta meglio;
- chiedere al medico a fine visita di inviare per mail la sua relazione.
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Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.