Leucemia mielomonocitica e la necessità di un trapianto
La storia di Alessandro Baricco
Trapianto, cellule staminali, leucemia mielomonocitica. Parole decisamente poco comuni, ma che sono entrate nel vocabolario di molti dopo il messaggio Instagram di Alessandro Baricco, che ha reso pubblica la sua malattia, per l’appunto la leucemia mielomonocitica, e la necessità di essere sottoposto a un trapianto, grazie alle cellule staminali donate dalla sorella. Ora, dopo 28 giorni di degenza, lo scrittore è tornato a casa e continuerà l’iter di monitoraggio e valutazione presso l’ospedale dov’è stato curato. Il trattamento al quale è stato sottoposto, cioè il trapianto, ha sollevato curiosità e dubbi.
Ripercorriamo quindi insieme i passi più importanti che sono necessari per arrivare al trapianto e che riguardano non solo la forma di leucemia sofferta da Baricco, ma in generale tutte le neoplasie ematologiche.
Leucemia: chi è a rischio?
Leucemia cos’è e con quali sintomi si presenta?
La leucemia mielomonocitica cronica è una forma di tumore del sangue che colpisce soprattutto gli over 60. Di solito la diagnosi avviene per caso, grazie alle analisi del sangue, anche perché non ci sono quasi mai sintomi, soprattutto nelle fase iniziali. E quando si manifestano, sono abbastanza aspecifici e riconducibili a molte altre condizioni di salute.
I principali sintomi
Debolezza, febbre, sudorazione notturna, perdita di peso, dolore o senso di “pienezza” al ventre, dolore alle ossa o alle articolazioni.
Le principali terapie
Il trapianto di cellule staminali per la leucemia
La terapia principe è il trapianto di cellule staminali. Nel caso di Baricco, a donare è stata la sorella, ma non è sempre così. Quando non è possibile, entra in gioco il Registro Trapianti. Grazie a un database, è possibile identificare un donatore con una compatibilità pari almeno all’80%. E se anche questa soluzione non è possibile c’è un’ulteriore chance: un altro familiare, che può essere un genitore, gli zii, persino i cugini, affinché sia possibile avere una compatibilità al 50%.
Si guarisce dalla leucemia?
Una volta trovato il donatore compatibile, il protocollo prevede il ricovero in ospedale. Il primo step è un ciclo di chemioterapia, che è indispensabile per azzerare il sistema immunitario del paziente e procedere quindi al trapianto. Non esistono donatori di serie A e di serie B e lo dimostrano gli studi: a distanza di tre anni dal trapianto, i risultati sono i medesimi, al di là dell’origine delle cellule staminali donate. Questo perché oggi sono disponibili farmaci che impediscono ai linfociti, cioè le cellule del sistema immunitario, del donatore, di reagire e aggredire l’organismo del malato. Grazie alla terapia, i linfociti si “spengono” e le cellule staminali iniziano a moltiplicarsi. Nell’arco di 30-40 giorni i valori del sangue ritornano pressoché alla normalità e il paziente può tornare a casa.
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.