Location: Villa Biancani Greppi, Cernusco sul Naviglio
“È una combattente di professione, impegnata a diagnosticare i tumori in fase precoce. Quando il referto è positivo, ancora si meraviglia del coraggio delle sue pazienti. Bernardina si è sempre chiesta come avrebbe reagito lei se si fosse ammalata, e un giorno l’ha scoperto. Ha pregato i medici di fissarle la chemioterapia di venerdì per recuperare le forze nel fine settimana ed essere pronta a salvare altre donne il lunedì successivo.”
Bernardina Stefanon, celebre ginecologa dell’Istituto dei tumori di Milano ha lavorato anche a fianco di Veronesi. Da qualche anno continua la sua attività lavorativa con grande professionalità presso gli Spazi LILT.
Ha prestato volto e mani a sostegno di chi tutti i giorni lotta contro i tumori. Bernardina ha deciso di indossare i guantoni perché si sente doppiamente fighter: come medico e come ex-paziente oncologica.
Ginecologa e un giorno paziente oncologica. Dove ha trovato la forza per reagire?
La diagnosi mi ha colto di sorpresa. Mammografia ogni 2 anni, sempre negativa, “mammella radiotrasparente, non lesioni”, nessuna familiarità. Fino a quella diagnosi avevo avuto solo una frattura accidentale alla caviglia. Il primo pensiero successivo all’esito è stato: “sono morta”. Credo sia ancora nell’immaginario collettivo associare il cancro alla morte. Tutte le volte che comunicavo una diagnosi di tumore in una paziente, ci mettevo tanta delicatezza, partecipazione cercando di stimolare una reazione combattiva e di speranza. Dopo però, quando la paziente usciva dall’ambulatorio, mi chiedevo “quando toccherà a me, saprò reagire con coraggio?” Sì, ho saputo reagire positivamente. Ho comunicato la diagnosi in famiglia, sul sostegno di mio marito non c’erano dubbi, ho chiesto ai miei figli di essermi d’aiuto stando ligi ai loro compiti, e io avrei continuato una vita quasi normale. Infatti, decisi di vivere intensamente ogni giorno, senza perdere la progettualità, continuando a lavorare come prima. La terapia fu di 4 cicli di chemioterapia, intervento, ancora 6 cicli di chemioterapia e biofarmaco sperimentale. Chiesi di fare la chemio il venerdì pomeriggio, così sabato e domenica recuperavo e lunedì ero al lavoro. Aver mantenuto la quotidianità di sempre è stato psicologicamente molto positivo. Ora sono passati 17 anni e oggi sto bene. La malattia mi ha insegnato a vivere intensamente il presente: ieri non c’è più e domani ancora non mi appartiene.
Come ha conosciuto LILT?
Ho lavorato tanti anni in Istituto Tumori di Milano negli ambulatori, nella Prevenzione e nella Diagnosi dei tumori ginecologici, ho conosciuto tante storie di accettazione della diagnosi per vincere la malattia. Le Donne hanno risorse incredibili. Dal 2013 lavoro negli Spazi Prevenzione LILT devo dire sempre con dedizione ed entusiasmo, anche se oramai “diversamente giovane”. Il mio lavoro mi piace, mi è sempre piaciuto. Alla LILT mi trovo davvero bene, il personale è preparato e sempre accogliente e sereno, e gli ambulatori sono ben attrezzati.
Quali consigli per prevenire il tumore nella vita di tutti i giorni?
In primis corretta alimentazione, il più sana possibile. Significa povera di carboidrati (da non assumere dopo le ore 15.00) e povera di grassi animali, quindi prevalentemente vegetariana. Si aggiunga uno stile di vita sano: non fumare, fare attività fisica, e se manca il tempo trovare l’occasione per camminare almeno 1 ora ogni giorno, coltivare la meditazione, lo yoga. Spegnete per un po’ di tempo ogni giorno l’emisfero sinistro del cervello e viaggiate meravigliosamente solo con la parte destra del cervello. Dedicatevi del tempo per ricaricare le energie. Imparate anche a dire no quando si è troppo stressate.
Dal punto di vista medico cosa possono fare le donne preventivamente?
Ad oggi le armi più efficaci contro il tumore sono ancora la Prevenzione Primaria e Secondaria e la Diagnosi Precoce. Effettuate con costanza gli esami che possono prevenire (pap test, Hemoccult, visita dermatologica, mammografia/ecografia mammaria, ecografia transvaginale).
Join the Fight: la mostra
Donne ma anche uomini simbolicamente armati di guantoni rosa. Fighter che lottano al nostro fianco contro il tumore in modi diversi. 16 storie di determinazione non comune, unite da un unico filo conduttore: la volontà di non arrendersi mai. A firmare gli scatti è Giovanni Diffidenti, fotogiornalista di prestigio internazionale. I pannelli saranno esposti dal 19 al 31 ottobre in via Montenapoleone.