Caselli: i miei nuovi capelli, la musica, mio marito

Caselli: i miei nuovi capelli, la musica, mio marito

Protagonista della settima puntata del podcast Tre desideri è Caterina Caselli, ribattezzata “Casco d’oro”. Avere un tumore e perdere i capelli per lei è stata un’esperienza non solo dolorosa e preoccupante, ma anche identitaria.

La voce è quella piena, calda, viva che ha conquistato l’orecchio di almeno tre generazioni, ma il rumore che emerge – duro e improvviso – dal flusso di parole è quello freddo e meccanico del rasoio elettrico. “Il parrucchiere, dolcissimo e attento, ha preso in mano questa macchinetta e, in un attimo, abbasso gli occhi ed eccoli tutti lì: il pavimento era cosparso di capelli, i miei capelli, e in testa sentivo un gran freddo. Mi sentivo strana, nuda”.

Una foto sempre con me

Il “casco d’oro”, soprannome che Caterina Caselli ha cominciato a portare sui palchi e negli schermi d’Italia e d’Europa dalla metà dei mitici Sixties, quando a vent’anni (nel 1966) vince il Festivalbar con Perdono e arriva seconda al Festival di Sanremo con Nessuno mi può giudicare, entrando nel cuore del pubblico (anche) per quel caschetto biondo platino, d’improvviso non c’era più.
Una privazione che ha generato una nuova consapevolezza, proiettata oltre l’apparenza. “Non è stato un momento piacevole, ma ho capito che era un momento decisivo, un cambio di rotta. Ho subito voluto fare una fotografia, uno scatto che mi riprende da dietro, con la nuca completamente rasata, e ho pensato: questa foto me la devo portare sempre con me. Poi ho indossato una parrucca che riproduceva in maniera quasi esatta il mio taglio di allora, perché in quel periodo mia mamma non stava bene, e quindi non volevo darle una preoccupazione in più, la volevo proteggere”.

La settima puntata del podcast

Signora della musica italiana, prima con i successi da cantante e attrice, poi con la nidiata di talenti (tra gli altri, Andrea Bocelli, Negramaro, Elisa…) che ha covato e lanciato con l’etichetta discografica fondata dal marito Piero Sugar e di cui lei è anima, cuore e orecchio, Caterina Caselli è la protagonista della settima puntata di Tre Desideri, il podcast – realizzato con Chora Media – che racconta le storie di persone-personaggi che hanno attraversato l’esperienza di un tumore e la remissione della malattia.



Pillole di felicità

Anche se quando arriva il carcinoma al seno, intercettato grazie a uno screening periodico, Caterina ha 77 anni, non si tratta per lei di fare i conti con un mondo nuovo. “Mio marito, nei 52 anni di matrimonio vissuti insieme ha avuto sei tumori. Con la malattia avevo quindi già avviato da tempo una sorta di convivenza, abbiamo conosciuto oncologi, medici, molti dei quali sono poi diventati amici di famiglia”.
Certo, la consapevolezza di quel che la malattia è le fa attraversare anche momenti di sconforto, di malinconia, di paura (“La paura più grande? Mi prendeva appena prima dell’operazione, quando sei lì che attendi l’anestesia, e pensi che magari potresti non svegliarti…”), ma quel che attraversa tutte le complesse fasi del percorso di malattia ed emerge dalle parole della cantante-imprenditrice è un desiderio continuo di guardare il presente e quelle che lei chiama “pillole di gioia”: gli incontri nella sala d’attesa, mentre si aspetta di sottoporsi alla chemio e le persone le chiedono di raccontare gli episodi della sua vita da star (“e così erano felici, anche se stavano aspettando la flebo”), la vicina di casa che la accompagna a fare compere (“bisogna rimanere aperti, non chiudersi”), e poi – naturalmente – la musica. “È un lavoro, ma soprattutto una passione. La musica ha una forza straordinaria, che ti coinvolge, riempie le emozioni. Non dimentichiamoci che era spesso l’unica forma di sollievo per chi era in schiavitù…”.

Guai se non si desidera. Bisogna insegnare il desiderio ai ragazzi, che oggi hanno subito tutto quel vogliono e non hanno il tempo di desiderare. Desiderare, attendere, e finalmente riuscire è una grande soddisfazione. È la vita

Caterina Caselli

La giusta prospettiva

Soprattutto, il tumore è stato per Caterina Caselli – sostenitrice dei progetti di LILT Milano Monza Brianza in ambito pediatrico – come un paio d’occhiali che aiuta a dare nuove proporzioni alla realtà. Fino al giorno prima la vita è un frullatore di impegni, obiettivi, scadenze, progetti, successi ma anche delusioni, non tentenna nell’ammetterlo (“a volte mi sentivo un po’ ferita”). Ma quando la malattia entra nella tua vita “cominci a guardare le cose dalla distanza giusta. Un po’ come quando sei in barca e procedi verso la costa: via via che ti avvicini lo scenario cambia, metti a fuoco i particolari, e tante cose che fino a ieri ti facevano male impari a fartele scivolare addosso”. Ma questo non ha mai significato, per Caterina, allontanarsi dalla realtà, o smettere di sognare, di desiderare. Anzi. “Guai se non si desidera. Bisogna insegnare il desiderio ai ragazzi, che oggi hanno subito tutto quel vogliono e non hanno il tempo di desiderare. Desiderare, attendere, e finalmente riuscire è una grande soddisfazione. È la vita”.

L’episodio del podcast Tre Desideri con Caterina Caselli è stato realizzato grazie al sostegno di Europ Assistance.

Europ Assistance

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